Tra le cose che il Conto Energia ha portato con sé c’è anche un problema legato all’età degli impianti. Quest’anno segna il decimo anniversario dell’incentivo che ha fatto installare più di 600mila impianti in tutta Italia.
Cosa significa questo?
Che tutti gli impianti installati in Conto Energia hanno almeno 10 anni e che, per esperienza diretta, cominciano a produrre molto meno. Per questo il revamping degli impianti fotovoltaici è più richiesto che mai: donare una nuova vita al proprio impianto significa continuare a tenere a bada la bolletta, evitando preoccupazioni inutili.
Come funziona questo famoso revamping? In cosa consiste e quando è più utile farlo?
Cos’è il revamping?
Il revamping di un impianto – dall’inglese to revamp, ovvero rinnovare – non è altro che la sostituzione delle componenti dell’impianto che non performano più. Non è un termine inventato in ambito fotovoltaico: nel mondo industriale si parla di revamping ormai da decenni.
I revamping che abbiamo fatto negli anni sono parziali o totali: se in quest’ultimo caso si cambia l’impianto in toto, di fatto costruendone uno nuovo, il revamping parziale di un impianto consiste nella sostituzione di moduli fotovoltaici, inverter, ma anche cablaggi e quadri elettrici.
In genere gli interventi di revamping che siamo chiamati a fare interessano moduli (o pannelli) ed inverter, che sono le componenti principali dell’impianto, ma a volte è necessario sostituire cablaggi o altre componenti minori, che rischiano di compromettere il funzionamento di tutte le altre parti.
Ovviamente quando l’impianto smette di funzionare c’è bisogno di un intervento, ma prevenire è sempre meglio che curare. Per questo è lecito chiedersi se c’è un momento preciso in cui considerare il revamping del tuo impianto.
Quando conviene fare revamping degli impianti
Per capire se esista un momento ben preciso in cui effettuare il revamping dell’impianto fotovoltaico è necessario capire che cosa porta le componenti a deteriorarsi.
Per esperienza, in quasi tutti i casi in cui abbiamo effettuato una sostituzione, le componenti erano di qualità scadente. Specialmente i moduli, che sono le componenti più “importanti” a livello commerciale, sono spesso di basso livello per tenere il prezzo al cliente più competitivo.
Questo però causa un problema non da poco: certi tipi di pannelli non tengono bene l’età. Non è raro imbattersi in impianti che sono stati costruiti in Conto Energia (quindi 10 o più anni fa) i cui pannelli cominciano a non produrre più.
Per darti un parametro con cui giudicare, una perdita del 20-30% di potenza in 10 anni è sinonimo di materiali scadenti. Se il tuo impianto registra una perdita di produzione di questa entità, forse è il caso di pensare ad un revamping per non perderlo – e soprattutto per non perdere soldi.
Un esempio concreto di revamping di un impianto industriale
Tra tutti gli interventi di revamping di impianti che abbiamo fatto, probabilmente quello più imponente è stato per Frescobaldi.
La situazione al nostro arrivo era drastica: un impianto enorme, che aveva ridotto la sua produzione del 75% nel giro di appena 7 anni. Dai 135MWh del 2011, l’impianto nel 2018 ha prodotto solo 33 MWh.
Abbiamo deciso di procedere con la sostituzione di più di 1500 moduli fotovoltaici, che hanno riportato l’impianto ad una potenza istantanea di 72 kWp, simili ai livelli iniziali.
In questo caso il revamping dell’impianto ha portato grandi benefici: siccome tutte le componenti funzionavano, ma solo i pannelli erano di scarsa qualità, cambiando questi ultimi il problema si è risolto.
Ovviamente il revamping può essere fatto anche su impianti domestici ed i benefici sono gli stessi.
Pensi che il tuo impianto abbia bisogno di un intervento di revamping?
Se hai notato una perdita simile nella produzione del tuo impianto, potrebbe essere il caso di rinnovarlo. Accertiamoci insieme che il revamping sia necessario, poi troviamo il modo migliore per farlo.