Se stai valutando preventivi per un impianto fotovoltaico, probabilmente ti sei imbattuto in una cosa che a prima vista può sembrare strana: la potenza nominale dei pannelli è sempre superiore a quella dell’inverter. Magari ti hanno proposto 6.6 kW di pannelli con un inverter da 6 kW, oppure 8 kW di pannelli con inverter da 6 kW.
La domanda sorge spontanea: “Ma allora sto sprecando potenza? Se i pannelli producono 8 kW ma l’inverter converte solo 6 kW, non sto buttando via 2 kW?”
C’è una ragione tecnica molto precisa per questa pratica, che è diventata ormai uno standard di settore.
Nonostante sia importante capire il perché, come vedremo alla fine c’è un altro numero che conta molto di più per il tuo risparmio reale. Un fattore che, se ignori, rischia di trasformare un investimento intelligente in soldi buttati via.
Qual è la differenza tra potenza nominale e potenza reale?
Prima di capire perché i pannelli sono “sovradimensionati” rispetto all’inverter, dobbiamo chiarire un concetto fondamentale: la differenza tra potenza nominale e potenza reale.
Quando vedi scritto “pannello da 400 Wp” o “inverter da 6 kW”, quei numeri si riferiscono alla potenza nominale, cioè quella misurata in condizioni standard di laboratorio chiamate STC (Standard Test Conditions). Per i pannelli fotovoltaici, queste condizioni sono:
- Irraggiamento solare di 1000 W/m² (sole a picco in una giornata limpidissima)
- Temperatura della cella fotovoltaica di 25°C
- Massa d’aria atmosferica di 1,5 AM (la quantità di atmosfera che la luce deve attraversare)
Il problema è che queste condizioni si verificano raramente nella realtà.
Pensa, ad esempio, alla temperatura: quando il sole è al massimo dell’irraggiamento, in una giornata estiva limpida, la temperatura dei pannelli non è certo 25°C. I pannelli raggiungono temperature molto più alte, e di conseguenza i risultati che si ottengono sono lontani da quelli di laboratorio.
Questo, in realtà, è uno degli aspetti che marca di più la differenza tra condizioni ideali e condizioni reali: per ogni grado in più rispetto ai 25°C standard, un pannello perde circa lo 0,4-0,5% della sua potenza.
Calcolo rapido: se il pannello lavora a 50°C invece che a 25°C, abbiamo 25 gradi di differenza. Perdendo lo 0,4%/°C, questo significa una perdita del 10% della potenza nominale. Un pannello da 400 W, in condizioni reali estive, produce effettivamente circa 360 W.
E non si tratta solo di temperatura: l’irraggiamento solare varia durante la giornata, cambia con le stagioni, dipende dalla latitudine, dall’inquinamento atmosferico, dalla presenza di nuvole.
Al di là di tutti questi fattori, la cosa importante da capire è che un impianto fotovoltaico lavora per la maggior parte del tempo molto al di sotto della sua potenza nominale.
Adesso spero che capirai meglio perché i pannelli sono sovradimensionati rispetto all’inverter: se a prima vista un inverter meno potente limita dei pannelli che sulla carta lo sono di più, all’atto pratico questo limite non esiste.
Un esempio pratico di sovradimensionamento fotovoltaico
Per capire meglio il concetto, ti racconto come funziona nella pratica. Immagina di avere un impianto con 15 pannelli da 450 Wp ciascuno, per un totale di 6.75 kW nominali, collegati a un inverter da 6 kW. A prima vista sembra che tu stia “sprecando” 0.75 kW di potenza.
In una giornata estiva perfetta, intorno a mezzogiorno, i tuoi pannelli potrebbero effettivamente produrre 6.75 kW nominali. Ma come abbiamo visto, la temperatura delle celle sarà ben superiore ai 25°C standard. Diciamo 55°C in una calda giornata di luglio.
Con i numeri che abbiamo visto prima e una differenza di 30 gradi (55°C – 25°C), perdi il 12% della potenza. I tuoi 6.75 kW nominali diventano circa 5.9 kW reali. L’inverter da 6 kW non deve nemmeno “tagliare” nulla, all’atto pratico sta convertendo tutta l’energia disponibile.
Il vero vantaggio del sovradimensionamento non si vede a mezzogiorno.
Si vede alle 9 del mattino, alle 16 del pomeriggio, nelle giornate nuvolose, nei mesi invernali – in tutte quelle ore in cui l’irraggiamento non è ottimale.
Se avessi dimensionato i pannelli esattamente sulla potenza dell’inverter (6 kW di pannelli per 6 kW di inverter), in condizioni non ottimali produrresti ancora meno. Con il 10% in più di pannelli (6.6 kW), anche quando l’irraggiamento è al 70% delle condizioni ideali, riesci a far lavorare l’inverter più vicino alla sua capacità.
Nei mesi invernali questo diventa ancora più evidente. L’irraggiamento è minore, ma la temperatura è più bassa. I pannelli lavorano in condizioni di temperatura migliori (più vicine ai 25°C standard), ma c’è meno luce, e avere più superficie di pannelli ti permette di catturare più energia anche con meno sole.
Magari c’è ancora qualcosa che non ti torna, e sono pronto a scommettere di poterlo riassumere con una parola: “clipping”.
Può capitare, in alcune ore dell’anno nelle condizioni più favorevoli, che la potenza prodotta dai pannelli superi effettivamente quella dell’inverter. In questi casi, l’inverter “taglia” la potenza in eccesso, un fenomeno che, come dicevo, viene chiamato “clipping”.
Sembra uno spreco, ma in realtà è un compromesso intelligente. Parliamo di poche decine di ore all’anno in cui perdi una piccola percentuale di produzione, contro le migliaia di ore in cui produci di più grazie al sovradimensionamento.
Insomma, il bilancio energetico annuale è nettamente positivo.
Ciò che conta davvero sono i tuoi consumi reali
Ora che abbiamo capito perché i pannelli sono sovradimensionati rispetto all’inverter, arriviamo al punto cruciale: questo bilanciamento tecnico, per quanto ottimale, non garantisce affatto che l’impianto sia giusto per te.
Quando valuti un preventivo per un impianto fotovoltaico, la domanda non dovrebbe essere “I pannelli sono dimensionati bene rispetto all’inverter?”
La domanda giusta da farsi è: “Questo impianto è dimensionato bene sui miei consumi effettivi?”
Il punto è che puoi avere un impianto perfettamente bilanciato dal punto di vista tecnico (rapporto pannelli/inverter ottimale, orientamento perfetto, inclinazione ideale) ma completamente sbagliato per le tue esigenze energetiche. E in quel caso, stai rischiando di sprecare soldi.
Vedo spesso preventivi con logiche tipo “più grande è meglio”.
Certo, puoi sempre vendere l’eccedenza alla rete, ma come dico sempre: il miglior uso che puoi fare dell’energia prodotta dal tuo impianto è consumarla.
All’altro estremo c’è chi, per risparmiare, sottodimensiona l’impianto, ma così facendo ostacola l’obiettivo originale: risparmiare in bolletta.
Il nostro metodo per dimensionare
L’impianto giusto non è né il più grande né il più piccolo. È quello dimensionato sui tuoi consumi reali, su misura per te, considerando:
- I tuoi consumi annuali
- Le tue abitudini energetiche
- Le tue prospettive future e i tuoi incrementi programmati
- Il tuo obiettivo principale
Troppo spesso vedo installatori che propongono “pacchetti standard”: 3 kW, 6 kW, 10 kW.
Scelgono il pacchetto che si avvicina di più ai tuoi consumi e via.
Ma ogni casa è diversa, ogni famiglia ha pattern di consumo diversi, ogni investimento va considerato a se stante.
Un impianto fotovoltaico non è come comprare un paio di pantaloni, dove puoi scegliere tra le taglie disponibili. È un investimento che durerà 25-30 anni. Merita un dimensionamento personalizzato, non una soluzione preconfezionata.






